Incrociano questa Via...

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venerdì 26 febbraio 2016

Collage di desideri colorati


E' indubbiamente il desiderio che spinge molti di noi
ad intraprendere la via dei colori, un percorso
che forse per anni abbiamo accettato di precluderci,
ma che un giorno è riuscito a prenderci definitivamente.
A tal proposito, mi piace proporre alcune righe
di una riflessione di d.Mario de Maio (Oreundici)

Quando e come incontriamo il desiderio?

E' molto più facile incontrarlo negli snodi, nelle difficoltà, negli errori. Esso si esprime soprattutto attraverso il disagio, e l'irrequietezza. E' nell'insoddisfazione che noi riusciamo a cogliere più facilmente quel qualcosa di altro dentro di noi che tenta di esprimersi, ma non sempre trova accoglienza. Scriveva Etty Hillesum nel suo Diario: "Dentro di me c'è una melodia che a volte vorrebbe essere tradotta in parole sue. Ma per la mia repressione, mancanza di fiducia, pigrizia e non so che altro, rimane soffocata e nascosta". Da qui nascono anche le difficoltà psicologiche che conosciamo in noi e negli altri. Più il desiderio della persona non ha avuto accoglienza, più c'è stata la mancanza di qualcuno che non ha saputo prendersene cura, ovvero cogliere e accogliere il senso genuino dell'esistenza e le condizioni perché potesse esprimersi, tanto meno è facile per quella persona vivere armoniosamente la propria vita.


Del nostro desiderio chi se ne occupa o se ne deve occupare?

Il cammino del desiderio ci fa passare dall'io al noi, dal mio al nostro, dal garantirci una personale salvezza, al volere che il Bene abbia l'ultima parola sul male e sulla negatività. Il desiderio è legato alla tensione verso l'Oltre, è un'attrazione verso il non - conosciuto, il non ancora. Esso apre alla dimensione spirituale, e nella misura in cui impariamo ad ascoltarlo dentro di noi offre una direzione di senso alla nostra vita, diviene come un filo rosso di convergenza della nostra identità in divenire, verso la maturità e il compimento di noi stessi. Diveniamo più consapevoli e disponibili ad assumere la responsabilità verso la Vita che ci è gratuitamente donata. E' bella la metafora del quadro per rappresentare la nostra esistenza. Per anni abbiamo pensato che questo quadro fosse brutto e pieno di polvere. Non ci diceva nulla. L'abbiamo tenuto in cantina. Poi un giorno, non si sa come né perché, qualcosa in noi arriva a maturazione e levando la polvere in un angolo rimaniamo attratti dalla luce, da alcuni colori, da alcune sfumature e nasce il desiderio di conoscere tutto il quadro. E' allora che avviene il giro di boa della nostra esistenza. Una cosa sola ci interessa e niente ci ferma più. Siamo agganciati al processo della vita e anche se è tanta la polvere e la fatica, ormai una sola è la passione che ci muove, godere la bellezza del quadro completo, cioè la realizzazione della nostra identità e possibilmente incontrare attraverso quel quadro, il desiderio di chi lo ha pensato e creato. (MARIO DE MAIO - Oreundici)

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